mercoledì 25 gennaio 2012

14 gennaio 2012 - No-kill Scafa

La strada è bagnata, stanotte è scesa giù un po’ di pioggia ma adesso il cielo e limpido, splende un bel sole e anche la temperatura, intorno ai 10°C, è relativamente mite visto il periodo. Cristiano mi avverte che farà qualche minuto di ritardo, non riesce ad uscire dal garage, un idiota gli ha parcheggiato davanti casa e se ne è andato a prendere il caffè. Arriva che le nove sono appena scoccate, carico la mia attrezzatura, portiamo il necessario per la pesca con la mosca ma anche l’attrezzatura per la trota lago, non si sa mai. Un caffè al bar sotto casa e poi con tranquillità a Scafa. Parcheggiamo sotto il secondo ponte, a monte della cava, lo scenario è il solito, una vera e propria discarica dove puoi trovare di tutto. La voglia di pescare è tanta e, driblando tra lavatrici, un frigo e copertoni vari, ci avviciniamo al fiume per verificare lo stato dell’acqua…PERFETTA. Tra i cosciali e i waders estivi, probabilmente bucati, opto per i primi, la canna è la 7’6’’ Brown, Cristiano opta per una 9’, vuole provare anche la ninfa. Inizio legando una mosca presa nella scatola delle vecchie, non me la sento di montare subito le imitazioni costruite di recente, troppo belle non vorrei sprecarle. Risaliamo la carrareccia  per qualche centinaio di metri e appena ne abbiamo l’opportunità  guadagniamo l’acqua. Vediamo quanto sono arrugginito. Faccio i primi lanci, niente male, pescare a mosca e come andare in bicicletta, una volta che hai imparato non dimentichi più. Faccio passare la mosca su tutti i punti dove può stazionare un pinnuto ma con risultati scarsi, anzi nulli. Arriviamo immediatamente a valle del ponte dove ci si vedeva ai tempi della SIM, ci sono 5 persone, usciamo dal fiume, torniamo sulla carrareccia e li oltrepassiamo senza disturbarli. Rientriamo in acqua dove la strada curva a destra per riguadagnare l’autostrada, incontro Claudio Balassone che è appena arrivato e si sta preparando per scendere in acqua. Lo presento a Cristiano che saluta e scende a pescare, mentre mi trattengo a chiacchierare con lui una buona mezz’ora. Gli rubo qualche consiglio, si discute sull’efficacia della TLT, qualche ricordo e poi ci si saluta, riguadagno il fiume e pescando cerco di raggiungere Cristiano. Belle correntine alternate ad altrettanto belle spianate e a pozze profonde, questa la morfologia del fiume a monte del ponte. Peccato si stia confermando quando si sente in giro circa l’assenza di pesce. Raggiungo Cristiano, mi stava aspettando nei pressi dell’ennesima buca formata dall’acqua che rallenta prima di una curva. C’è un ampia riva e il tiepido sole di oggi invoglia a fermarsi e rilassarsi. Mentre disquisiamo sulla pesca, sul fiume, sull’assenza di trote a Cristiano non sfugge una bollata, torniamo attivi in un attimo e ci alterniamo a lanciare sulla trota, ora sono diventate 4 e bollano con regolarità, posizionate in un posto impossibile, la mosca draga appena tocca il pelo dell’acqua. Dopo un po’ lascio il posto a Cristiano e mi sposto più a monte. Lo sguardo cade dove il cervello pensa possano esserci delle trote in attività e nemmeno questa volta mi sbaglio, sul sotto riva opposto vedo bollare altre 3 trote. La situazione di pesca è complicata, non posso andare avanti perché già l’acqua mi sta entrando negli stivali, prossima spesa i waders in neoprene, sono sotti i rami degli alberi e dietro di me… gli alberi. Dopo alcuni lanci di prova individuo i due rami più fastidiosi, ne rompo una parte e finalmente riesco a fare dei grossolani roller che mi permettono comunque di arrivare su una delle trote in attività. Primo lancio per prendere la misura e già la trota si incuriosisce, il secondo lancio è più mirato, la mosca giunge a tiro della trota che appena la vede gira su se stessa, fa un breve inseguimento e la ghermisce. L’età e l’inattività non mi hanno annebbiato, la reazione è fulminea, ferro e…  ce l’ho!!! Recupero con calma, è bellissima, circa 25 cm ma con una livrea dai colori stupendi, la fotografo e la rimetto in acqua, con affetto, è la prima trota di questa nuova era di pesca. Chiamo Cristiano, gli mostro la trota e gli cedo il posto, le altre stanno ancora bollando, è giusto che si diverta anche lui. Mi sposto ancora più a monte, arrivo su un  tratto dove il fiume si divide in due torrentelli, ottimi spot entrambi. Qualche minuto di attesa ed ecco la cacciata in piena corrente alla mia sinistra. Asciugo con cura la mia creatura in pelo di cervo e inizio la sfida. Determino qual è il raggio d’azione della trota e inizio a prendere le misure. La mosca tende a dragare, mi avvicino ancora un po’ e alzando la punta della canna faccio in modo che l’acqua trascini la mia imitazione in maniera quanto più naturale possibile. La trota tenta alcune cacciate senza successo, la corrente è veloce e lei non riesce a catturare la mosca, provo una leggera trattenuta, quasi impercettibile ma sufficiente per catturare la mia seconda trota della giornata. E’ leggermente più grande della prima, con un bel ventre giallo. Non riesco a fotografarla perché riesce a slamarsi durante le operazioni di preparazione della macchinetta fotografica, poco male. Telefono a Cristiano per dirglielo, e avvisarlo che lo raggiungo. Mentre scendo mi telefona Anna, non mi ero reso conto che sono già le 13,30, “mangiate, noi facciamo tardi”. Poche centinaia di metri e sono di nuovo con Cristiano, mentre gli racconto della mia seconda trota vedo una bollata poco più a valle, “ Vai Cristiano, è tutta tua”. Raggiungiamo il posto e Cristiano comincia a frustare sulla bollata, nel frattempo poco più a monte identifico un'altra trota in caccia, lancio e catturo la terza trota del giorno. I tentativi di Cristiano invece sono vani, insiste ancora qualche minuto ma sono quasi le 15,00 è ora di tornare a casa. La camminata per raggiungere l’auto è tutta dedicata all’esaltazione del no-kill e dal ritorno delle trote. Mi levo gli stivali con piacere, quello destro e pieno d’acqua, in settimana vado a comprare i waders.

domenica 22 gennaio 2012