sabato 3 novembre 2007

Un uomo, una storia - Stanislao Kuckiewicz Romika


Stanislao Kuckiewicz Romika, Stany per gli amici, è un personaggio quasi sconosciuto al grande pubblico ma un autentico innovatore della pesca a mosca e spinning, basti pensare al famoso cucchiaino Martin da Lui inventato.E’ stato produttore di sofisticate esche artificiali in plastica (ninfe, camole, effimere e gamberetti), ma più che altro è stato l’ideatore di una particolare tecnica di lancio che consente l’utilizzo di code di topo ultraleggere di sua creazione e costruzione che andavano dalla 0.85 alla 2,5.(pensate che quest’ultima la considerava già pesante adatta a lanciare anche qualche piccola ninfetta piombata…) La profonda conoscenza dell’etologia e del comportamento animale, un amore profondo per la speculazione filosofica e un gran rispetto per l’umanità e la natura, ne hanno fatto un personaggio che ha contribuito notevolmente alla storia nel nostro paese.
Nasce il 22 Febbraio 1909 a San Pietroburgo, sotto il segno dello Zar Nicola II ma di genitori Polacchi, il padre studia ingegneria al politecnico di quella città e acquisisce così la cittadinanza Polacca. Fin dalla tenera età di 5 anni comincia ad andare a pescare (e a cacciare) con il padre. Dopo i primi anni trascorsi in Russia nel 1911 rientra in Polonia, a Lodz dove il padre fa l’ingegnere. Nel 1914, allo scoppio della prima guerra mondiale mentre il padre stà al fronte, Stany insieme al fratello maggiore e alla madre fugge in Russia dietro la spinta delle truppe tedesche. Nel 1919, ad appena 10 anni, inizia a pescare a mosca e lo fa in modo del tutto particolare: completamente isolato dalle influenze anglosassoni incomincia a scoprire ed inventare una pesca a mosca osservando intensamente la natura e il comportamento dei pesci. Vedendo i pesci bollare, iniziò a pensare che poteva catturarli imitando gli insetti di cui si cibavano. Il suo più grande desiderio era di poterlo fare senza collegamento con l’esca, quasi per magia. Considerando che non era possibile, elaborò una lenza leggerissima in crine di cavallo, molto sottile ed incominciò ad abituarsi a stancare il pesce con intelligenza, senza usare la forza. Le prime imitazioni erano fatte in lana o peli animali, la canna era in nocciolo di 1,70-1,90 m la coda era in crine intrecciato lunga il doppio… Aveva inventato la valsesiana. A 15 anni cominciò a pescare con la canna da mosca vera e propria, inizialmente con canne in bamboo di provenienza anglosassone e successivamente con canne in fibra di vetro di provenienza tedesca. Ma non si era scordato la grande flessibilità del nocciolo e le lenze leggerissime, tanto è che fin dall’inizio ciò poneva i presupposti di fondo per la nascita della sua particolare tecnica di lancio che stando alle sue analisi, sarebbe stata in grado di restituire oltre il 90% dell’energia impiegata nel lancio contro il 30% 40% delle tecniche tradizionali. Dopo il ginnasio frequenta i primi due anni di medicina, si iscrive successivamente a legge ma lo scoppio della seconda guerra mondiale ne interrompe gli studi costringendolo a partecipare alle vicende belliche dell’esercito polacco. In quell' anno viene fatto prigioniero dai sovietici con tutta la famiglia, compresa la prima moglie che morirà poco dopo a Leopoli di parto insieme alla bambina. Appartenente ad una agiata famiglia di proprietari terrieri, Stany, dopo una breve parentesi di libertà, viene nuovamente arrestato e, riconosciuto dal potere stalinista come “nemico del popolo”, viene deportato nella regione siberiana del Kazakistan, dove sopravvive fino all’autunno del 1942 facendo il cacciatore di professione e il medico. In quell’anno riesce avventurosamente a fuggire assieme ad altri cinque compagni di prigionia con un odissea di oltre 3000 km, quasi tutti a piedi che lo portano dai confini della Mongolia estrema alle rive del Mar Caspio, dove si unisce al II corpo d’armata polacco.Poi assieme all’esercito inglese giunge in Persia quindi attraverso numerosi paesi del Medioriente in Egitto e infine nel Natale del ’43 sbarca in Italia dove partecipa alla battaglia di Montecorsino e sempre a fianco dell’esercito inglese combatte su tutto il fronte di liberazione adriatico fino a Bologna, dove si stabilisce e infine a Fermo nelle Marche dove ha vissuto con modestia e in modo schivo gli ultimi anni della sua vita, importando le sue geniali imitazioni, la scuola di lancio e la sua piccola industria per la produzione di imitazioni di plastica. A Lui viene dedicato il museo italiano della pesca a mosca , inaugurato ufficialmente il 24 settembre 2000 a Castel di Sangro, nasce da un progetto della Scuola Italiana di Pesca a Mosca.il Museo è ospitato all'interno del Convento della Maddalena, una struttura risalente al 1487 ed è allestito in due ambienti concessi dal Comune di Castel di Sangro.Alla sua realizzazione hanno contribuito l'Associazione Pescasportivi di Castel di Sangro, il Comune di Castel di Sangro, l'Archeoclub d'Italia sezione di Castel di Sangro e la collaborazione di Cavatorti Giorgio, esperto del settore ed attuale direttore del museo.

Una mail da un amico

"Ciao Vincenzo,
come te la spassi???
Nel caso volessi tralasciare per un certo periodo le trote Ti ricordo che l'alternativa sarebbe l'ACONCAGUA.
Come ti avevo già accennato sto organizzando questa uscita e sarei molto contento se riesci ad inseriti o se hai altre persone che possono essere interessate. Al momento ho soltanto una bozza del programma che ho pensato sentendo altre persone che ci sono state o su internet. La data prevista è gennaio 2009. Vista la consistenza della meta bisogna prepararsi e fare un bel programma per tutti i partecipanti nell'anno 2008.
Fammi sapere cosa ne pensi e soprattutto se hai qualche camoscio da inserire, poi eventualmente organizzeremo un incontro per buttare giù le idee magari nell'ambito di un pranzo/cenetta successiva ad un'uscita in montagna.
Un abbraccio Renato"

Sono bastate queste 4 righe per risvegliare passioni assopite da un pò di tempo.
L'avventura comincia, 14 mesi di tempo per tornare alla forma fisica e mentale raggiunta per la salita al Kilimanjaro del 2004.