giovedì 13 dicembre 2007

La mia "Fiaccolata Vestina"

Le condizioni meteo non sono delle migliori, anzi…
Sinceramente la prospettiva di partecipare alla “Fiaccolata Vestina” non mi entusiasma.
Pranzo con calma tirando a far tardi, il caffè, preparo lo zaino, lampada frontale, torce di ricambio, giacca antipioggia, servirà sicuramente un ricambio completo, prima di mettere tutto nello zaino divido per criterio di utilizzo e metto in buste di plastica, piccola accortezza per evitare che si bagni tutto.
Il caminetto acceso in taverna, Sky sta per proporre un buon film, che non ho ancora visto,
telefono a Sergio per gli aggiornamenti, in tutta onesta ammetto che spero mi dica “lascia stare, non se ne fa più niente”, invece “C’è una gran nebbia ma non piove, ti aspetto”.
Salgo in auto e parto.
Attraverso un territorio fiabesco,
le case coloniche con le loro luminarie natalizie seminascoste dalla nebbia,
un ragazzetto in bici, il suo cane che lo insegue,
lunghe file di uccelletti sui fili della luce,
e il silenzio!!!,
la gente se ne sta in casa, seduta accanto al fuoco,
chissà se i nonni raccontano ancora storie ai nipoti, come facevano i miei,
o se, adeguandosi ai tempi, giocano con l’ultimo ritrovato della play station.
E tra una riflessione e un ricordo arrivo a Civitella Casanova.
La nebbia di Sergio si è oramai trasformata in pioggia ma, nonostante ciò, in piazza gia si contano una trentina di persone.
Giusto il tempo per un saluto agli amici, un abbraccio a Filippo e ci organizzano per l’escursione.
Ci spostiamo con le auto per arrivare all’inizio del sentiero.
Piove a dirotto, il buon senso consiglierebbe di non salire ma la gente del CAI non ragiona con il buon senso, ragiona con il cuore perciò si parte.
L’escursione inizia su una comoda sterrata, questo, nonostante la pioggia, permette ai partecipanti, a questo punto più di sessanta di familiarizzare tra loro.
Un gruppetto di seri professionisti ride raccontandosi barzellette che è meglio non riportare, un’anziana signora dispensa, ad un gruppo di più giovani amiche, consigli e ricette per il pranzo della Vigilia, due adolescenti si scambiano invece i numeri di telefono, un altro amore nato all’ombra del CAI?
Lasciamo la sterrata ed imbocchiamo un sentiero dove bisogna procedere in fila indiana, superiamo una tabella che segnala i 950 metri di quota, le gocce di pioggia man mano che saliamo si trasformano fino a diventare fiocchi di neve.
A valle i paesi cominciano ad illuminarsi, uno si distingue tra gli altri per la sistemazione a forma di stivale dei suoi lampioni, mi piace pensare sia un omaggio alla nostra bella Italia.
Siamo quasi arrivati quando, complici le nuvole, la luce lascia il posto al buio. Mancano veramente pochi metri, decidiamo di non accendere le lampade, la luce del potente faro che illumina la croce a Colle Madonna è sufficiente a rischiarare l’ultimo tratto di sentiero imbiancato dalla neve.
Incredibile le capacità organizzative dei ragazzi del CAI di Penne, in cima al colle è parcheggiato un furgone che dispensa dell’ottimo the bollente e deliziosi biscotti fatti in casa, un bidone pieno di tronchi che bruciano scalda i più freddolosi mentre la neve cade, copiosa, a coprire persone e cose e, si torna tutti un po’ ragazzi, si ride, si scherza, ci si dà reciprocamente dell’incosciente, ci si vuole bene, anche se non ci si conosce, sarà il Natale imminente o sarà qualcosa d’intrinseco in questa gente d’Abruzzo che grazie al CAI rientra in simbiosi con la propria terra?
A stare fermi si comincia a sentir freddo, meglio organizzarsi per scendere.
Ognuno accende la sua luce, tenue lampada frontale o potente torcia che sia. Parto tra i primi ed è solo quando mi giro che mi entusiasmo nel vedere questo fiume di luce che scende verso il paese, a questo punto potrei postare una foto ma non renderebbe l’idea, bisogna esserci per apprezzare.
Nevica, piove, siamo talmente zuppi che è diventato inutile continuare a tenere aperti gli ombrelli.
Si scende ridendo e scommettendo su chi sarà il prossimo a scivolare e sedersi sulla neve.
In discesa si guadagna in fretta la quota da dove siamo partiti, ci infiliamo in auto senza cambiarci e scendiamo in paese.
Le sorprese non sono finite, anzi, il bello deve ancora venire.
Al primo piano della casa parrocchiale vengono messi a nostra disposizione dei locali dove cambiarci e asciugarci. Appena pronti una splendida ragazza, vera bellezza locale, ci invita ad accomodarci in Chiesa dove si esibirà un Coro folcloristico di Cepagatti, “Sotto la Torre”, sono un po’ scettico, penso che forse è meglio salutare e tagliare la corda ma, trascinato dall’entusiasmo di Filippo mi siedo in prima fila per ascoltarli.
Basta il primo brano a coinvolgermi, sono veramente bravi e noto che in Chiesa e sceso il silenzio e tutti i posti a sedere sono occupati.
A fine esibizione siamo tutti in piedi ad applaudire e, nonostante il freddo, i poveri coristi sono costretti a due bis.
Si è fatto tardi ed è ora di cena, si riparte….
e invece no, anche in questo gli organizzatori si sono superati, ci fanno accomodare al pian terreno della grande casa parrocchiale e ci offrono pasta e fagioli e pizze fritte con mortadella o formaggio e dolci fatti in casa, e vino e musica e canti.
Alle dieci mentre un simpatico personaggio tira fuori una zampogna subito imitato da un altro che materializza dal nulla una fisarmonica decido che è purtroppo ora di andare.
Quando sono arrivato ho salutato 4 amici adesso devo salutarne 40, che serata.
Permettetemi di ringraziare gli Accompagnatori di Escursionismo della Sezione di Penne,
Sergio Fortunato e Alessandra Ciarico, bravi ragazzi, ottimo lavoro.
Un grazie particolare anche ad Antonio Catani e a Filippo Di Donato e a tutti quelli del CAI che si adoperano per la riuscita di queste manifestazioni.
Ci vediamo il 26 Dicembre a Castelli.

Buon Natale.