domenica 8 febbraio 2009

Breve storia del Mosca Club Abruzzo

Il Mosca Club Abruzzo

La data burocratica della nascita di questo club è l’11 Aprile 2008. Nasce dall’intreccio di passione e amicizia di alcuni pescatori a mosca di Chieti. All’inizio fu preso come un gioco, una occasione in più per passare insieme le serate invernali, intorno ad un camino, per parlar di donne e di pesca, bere vino e fumare sigari.
Il passare del tempo e il raffo
rzarsi dei legami ha indotto sempre più PAM ad aggregarsi a questa combricola di sfaccendati e la taverna dove ci si vedeva all’inizio era diventata oramai troppo stretta. A poco a poco quasi tutta la Pammeria abruzzese si ritrovava a far parte del nostro gruppo, e quelli che non ne erano parte attiva, a causa della distanza da Chieti, simpatizzavano e condividevano le nostre idee. Durante una delle solite serate, vedendo il notevole numero di presenti, capimmo che era giunto il momento di adoperare le nostre forze per il raggiungimento di un qualche obbiettivo.
Le nostre mail
e i nostri cellulari divennero bollenti, appena qualche idea prendeva forma nei nostri cervelli la trasmettevamo agli altri e giù una caterva di risposte e un rilancio con nuove idee. Quando le idee e, soprattutto, le riserve di alcool, cominciarono a scarseggiare il lampo di genio
“ chiediamo la gestione di un no
-kill”,
qualcuno provò a farci notare che era stata la prima delle proposte fatte palesando il dubbio che gli incontri e le discussioni erano state una scusa per stappare ulteriori bottiglie di Montepulciano, lo riportammo sulla retta via con la minaccia di allontanamento del club e dalla Pesca in genere.
Comunque il dado
era stato tratto, qualcosa era nato, il
Mosca Club Abruzzo
.

Non potevamo dimenticare la nostra amata casa madre è il nostro primo passo ufficiale fu quello di chiedere l’affiliazione alla SIM (Scuola Italiana di Pesca a Mosca) della quale siamo tutti orgogliosi di far parte.
Adesso bisognava scegliere il tratto da chie
dere in gestione, penso che sia stata la parte più facile del nostro cammino, nei cuori di ognuno di noi c’è un tratto di fiume Pescara dove abbiamo cominciato a far volteggiare la coda qualche decennio fa, il no-kill di Scafa.
Era già da un po’ i mesi che, trascinati da Carlo, lo stavamo riscoprendo e utilizzando come palestra.
Lo stato attuale è drammatico.
Non mi pronuncio sullo stato delle acque, non abbiamo ancora fatto analisi, però non dimentichiamoci che siamo a valle di Bussi e Popoli, località tristemente note per i gravi fatti di inquinamento ambientale scoperti un anno fa, ma mi pronuncio sulle condizioni delle sponde del fiume, guardate le foto che ho fatto stamattina 8 Febbraio 2009. Sono la descrizione di cio che troverete se andate a passeggiare lungo il fiume.

Ma a noi non piace vincere facile e concludo copiando le parole postate dell’amico Cristiano sul forum della SIM:

“ZONA SPERIMENTALE “NO KILL”
- Fiume Pescara - mt. 100 dalla confluenza con il fiume Lavino fino al ponte dell’Autostrada Pescara-Roma, scadenza ultima domenica di febbraio 2012;
Fiume Pescara – tratto di fiume compreso tra 100 mt. a valle dalla confluenza con il fiume Lavino fino al ponte della SS5 – gestore
Mosca Club Abruzzo - affiliato SIM

" non sarà un fiume dell'Alaska ma le sfide ci piacciono e chi sa se un domani potremmo dire
"... e pensare che questo splendido posto dove vengono le famiglie per una scampagnata e con queste splendide enormi trote era abbandonato all'incuria più totale".

è bello sognare e chi sa se un domani i sogni ........"

1 commento:

Anonimo ha detto...

Caro Vincenzo, se davvero esistono organizzazioni come la vostra, che possono far qualcosa per la pulizia degli alvei dei fiumi e soprattutto dei vari torrenti e fossati che numerosi sfociano nel nostro Adriatico, allora dobbiamo augurarci che prolifichino e che riescano a coinvolgere anche altre organizzazioni locali o nazionali, tra cui il nostro CAI (che già avrebbe molto da fare se volesse impegnarsi in tal senso sui sentieri montani ...!). Non mi dici cose nuove, qui nella Frentania la situazione non è diversa, basta guardar giù dal finestrino dei pullman che collegano le nostre città, mentre viaggiamo sulla A14, per vedere, dall'alto dei ponti, fossati e valloncelli punteggiati di ogni sorta di rifiuti, spesso di grosse proporzioni. Se fosse solo un fatto estetico a quella triste vista prima o poi potremmo farci l'occhio e magari considerare simili fioriture un ennesimo segno dell'uomo, oggi di degrado, domani chissà, magari utili e apprezzati reperti archeologici. Purtroppo i rifiuti portano con sè un carico di veleni micidiali, ossidi e composti chimici che sono vere bombe atomiche per la terra, per le piante, per gli animali e infine per l'uomo, che proprio in quelle aree coltiva, caccia, pesca ... il ciclo biologico diventa così un lento avvelenarsi. Perchè ci meravigliamo se il male atroce, la peste del nostro tempo è il tumore? Perchè inutilemnte cerchiamo cure per intossicazioni e allergie di ogni sorta? Purtroppo, caro amico, chi ci amministra e ci governa, ma prima di essi, noi cittadini, ancora non abbiamo capito che il territorio è la nostra prima, maggiore e unica risorsa, la sua tutela, la sua salvaguardia e la sua cura possono creare milioni di posti di lavoro, una economia e una crescita sana, la valorizzazione della nostra meravigliosa terra d'Italia e d'Abruzzo. Ma qui continuiamo a pensare che il progresso e il PIL crescano solo se "rottamiamo" e se investiamo in auto e in beni di consumo che consumano, sprecano e inquinano ... Mala tempora currunt! Auguriamoci che sensibilizzandoci tra noi su questi temi molto possa cambiare, ma in fretta, prima che sia troppo tardi e che diveniamo noi mosche a far da esca... Ciao!